
Emanuele Manfredi è l’illustratore che ha curato l’artwork della locandina di Piossasco Giochi e Fumetti 2025, abbiamo avuto modo di intervistarlo in occasione del reveal della locandina egli abbiamo chiesto quali sono state le fonti di ispirazione dell’artwork e qual è la sua interpretazione del pay off di questa edizione.
Intervistatore: Ciao Emanuele, e grazie per essere qui con noi per raccontarci cosa si cela dietro l’artwork della locandina di Piossasco Giochi e Fumetti 2025. Raccontami un po’: l’idea della guerriera con il drago è venuta da te? Quali sono state le idee di partenza che hanno poi dato vita a questo artwork?
Emanuele Manfredi: L’idea alla base dell’artwork è nata parlando con Michele Siani, il presidente del PGF. Inizialmente, avevamo pensato a un’immagine molto classica, ispirata alle iconografie dei giochi di ruolo: un drago e un guerriero che si affrontano faccia a faccia.
Un’idea e un’immagine che hanno influenzato il fantasy negli ultimi 30 anni. Tuttavia, una volta completato il primo artwork, mi sono reso conto che risultava troppo classico e stereotipato. Non mi sembrava adatto al tipo di evento per cui era stato commissionato (PGF ’25). Ho quindi deciso di optare per un’immagine più pacifica, in cui il drago non fosse più un avversario, ma entrasse in una sorta di comunione ed empatia con il protagonista.
A quel punto, mi è sembrato più adatto cambiare il genere del personaggio: invece di riproporre il solito stereotipo del cavaliere maschile, ho scelto una protagonista femminile. Una piccola rilettura della classica simbologia dello scontro tra cavaliere e drago.
Intervistatore: Per quanto riguarda la tecnica che hai utilizzato, l’artwork è interamente realizzato in digitale o hai optato per una tecnica tradizionale?
Emanuele Manfredi: Mi piacciono molto le tecniche tradizionali e ci sono ancora molto legato, perché offrono spunti di lettura più profondi rispetto al digitale. Il digitale, a meno che non sia realizzato da artisti di altissimo livello, tende a risultare un po’ più freddo.
Ho realizzato il disegno e l’inchiostrazione in modo tradizionale, mentre la colorazione è stata fatta in digitale. Questo mi ha permesso di unire il calore della matita, evidente nelle silhouette dei personaggi e del paesaggio, con la maggiore flessibilità offerta dalla colorazione digitale.
Intervistatore: Il claim di questa edizione sarà “Liberi Tutti”. Ognuno può interpretarlo a modo suo, calandolo nel mondo del gioco, dei giochi di ruolo e dei giochi da tavolo. Cosa suscita in te questa frase? Come la interpreti nel tuo ambito lavorativo?
Emanuele Manfredi: La metto giù in modo un po’ crudo… “Liberi Tutti” per me significa liberarsi dalle catene autoimposte. Mi spiego meglio: noto una fase involutiva nell’uso del fantasy nella società. Spesso viene sfruttato solo a fini di marketing, senza veicolare un vero messaggio.
Viviamo in una società fondata sul denaro, l’egoismo, il successo personale, l’iper-performismo, e tutto è pensato a misura di adulto. Questi ideali sono in contrasto con qualsiasi lezione positiva che si possa trasmettere attraverso il fantasy. Oggi, tutto ciò che riguarda il divertimento e il mondo fantastico viene spesso considerato una perdita di tempo. Leggere un libro fantasy è visto come una sciocchezza, guardare un cartone animato o una serie TV viene etichettato come inutile. La frase classica che sentiamo dire ai bambini è: “Sei troppo grande per queste cose”.
Eppure, il grande fantasy, la letteratura e le esperienze ludiche hanno il potere di comunicare valori e insegnamenti a tutte le età, plasmando l’identità delle persone.
Per fortuna, c’è ancora chi resiste. Quindi sì, “Liberi Tutti” per me significa questo: liberare il nostro bambino interiore, ridargli lo spazio che gli spetta e smettere di adeguarci alle catene imposte dalla società.
